QUAND’È INIZIATA LA SUA PASSIONE PER LE AUTO AMERICANE ANNI ’50?
Quand’ero bambino. Come tanti miei coetanei sono cresciuto ricevendo input dalla cultura americana. La televisione era appena nata e guardavo con eccitazione i film e i telefilm che venivano da oltreoceano. Anche i fumetti facevano la loro parte e le auto grandi e colorate dei loro protagonisti, insieme a quelle dei divi cinematografici, si stagliavano nella mia immaginazione trasmettendo un’idea di libertà e potenza!
C’era la musica che veniva dalle radio… Elvis Presley, American Graffiti, etc.
Sognavo e desideravo di vedere e guidare quelle bellissime auto dalle linee morbide e sensuali, per cui appena ne ho avuto la possibilità sono andato negli Stati Uniti.
Fu un viaggio bellissimo ma fu anche una piccola delusione.
PERCHÉ?
Sono andato in America la prima volta nel 1982 e quelle auto non c’erano più.
O meglio, si trovavano solo in alcuni saloni di macchine d’epoca.
Ovviamente lo sapevo. Le immagini che ci arrivavano dagli Usa non presentavano più quelle ‘bomboniere alate’ simili a delle piccole astronavi.
Le linee delle carrozzerie erano diventate più squadrate e spigolose e, anche se le highways della California o i boulevards di Los Angeles erano ampi e davano ancora un senso di libertà, purtroppo il mio sogno di percorrerli alla guida di un modello anni ’50 non era più realizzabile.
E DUNQUE?
Dunque, siccome se si crede ai sogni questi prima o poi arrivano… circa 25 anni dopo me le sono trovate davanti appena sbarcato (di nuovo per la prima volta in un altro continente), a Cuba!
Non credevo ai miei occhi: Chevrolet, Dodge, Buick, Ford e altre, tutti modelli anni 50. Vere, rumorose, cromate, alcune rappezzate e fumose ma sempre funzionanti.
Era come se il tempo mi avesse aspettato, come se avesse rallentato il più possibile il suo trascorrere per permettere al mio sogno di realizzarsi.
E insieme alle auto, anche qualche altro pezzo degli anni ’50 era lì.
Invecchiato e consumato, ma forse per questo, ancor più affascinante.
Mi sono sentito immediatamente attratto da questa situazione ‘sospesa nel tempo’ e ho cominciato a scattare. Poi, dopo aver visto le immagini, ho deciso che sarei tornato per documentare ciò che è diventato tuttora per Cuba una delle sue icone principali.
PERCIÒ LE IMMAGINI CHE VEDIAMO NEL SUO SERVIZIO SONO DI ADESSO?
In parte del 2008 e in gran parte del 2016, quando sono tornato, impaziente di scattare e cercando di riprendere le auto nel contesto architettonico dell’isola, visitandola e viaggiando da est a ovest, fotografando le persone che grazie a questi mezzi vivono e lavorano.
E’ incredibile come riescano con poche cose e in situazioni a dir poco precarie… per strada, nei parcheggi o sotto una capanna, a farle funzionare.
Penso che queste auto rappresentano un ponte fra passato, presente e futuro.
Non sono solo una memoria storica, ma un’emozione vivente in grado di recuperare un pezzo di vita che credevamo perduto.
Qualcosa che va oltre la tecnologia sempre più impersonale a cui ci stiamo abituando.
E le loro ‘forme alate e sensuali’, come ho detto prima, insieme alla cromatura disegnano nella fantasia umana uno squarcio libero in un futuro senza tempo!
Roberto Pietro Pezzolati
2008
2016
COLORI